Ispirato ad una storia vera

Una ballerina all'inferno

Auschwitz

Maggio, 1944

"Si trovava in una lunga fila di donne, di fronte a quell’ufficiale che le aveva appena parlato. «È tua madre o tua sorella?» le chiese. Edith sentiva il cuore batterle in petto come un martello…"

Edith ha solo 16 anni quando una notte i soldati fanno irruzione nella sua casa di Kassa in Ungheria. I militari cominciano ad urlare. Afferrano suo padre per i capelli e uno di loro gli sibila all’orecchio: «Guarda la tua casa per l’ultima volta! È ora di fare un viaggetto!». Quella notte per Edith e la sua famiglia inizia un incubo, lo stesso che porterà allo sterminio di centinaia di migliaia di Ebrei ungheresi all’interno del campo di concentramento di Auschwitz. 

Che cosa darà ad Edith la forza di resistere? Che cosa le permetterà di andare avanti nonostante la morte dei suoi cari, nonostante la fame e l’orrore? Nel suo cuore brilla l’amore per la danza, che Edith coltiva da quando era bambina. Sarà la danza a permetterle di trovare la determinazione per salvare sé stessa, la sorella e le sue compagne deportate. Liberamente ispirato ad una storia vera.

(Cover Photo by Karsten Winegeart on Unsplash)

"«Quella al centro è tua madre o tua sorella?», chiese l'ufficiale mentre Edith se ne stava in fila accanto al binario. «Sbrigati! È tua madre o tua sorella?»"

Separata dai genitori all’arrivo ad Auschwitz, Edith riuscirà insieme alla sorella Magda a sopravvivere agli orrori del campo di sterminio nazista. Nella narrazione si dipana il filo rosso di una storia fatta di dolore e disperazione, di determinazione e resilienza.

"Dentro quella baracca nel mezzo dell’inferno era l’immaginazione a permettere loro di conservare l’umanità che la macchina di morte voleva annientare…"

Quella di Edith è una storia di speranza e di coraggio capace di dimostrarci come in ogni momento della nostra esistenza spetta a noi scegliere come affrontare le sfide più dure che il destino ci mette davanti.

"Ad occhi chiusi, scalza, nel fango, ballò pensando a mamma e papà, ballò pensando al suo capo rasato, al suo corpo esile perso in quella divisa di panno… Ballò come se tutto quell’orrore non esistesse più…"

Edith - il ballo di fronte a Mengele
Un unicum nel suo genere

Narrazione, teatro, danza, musica e cinema. Insieme.

Edith è un film unico nel suo genere dove narrazione, teatro, danza e fiction cinematografica si uniscono in uno spartito emotivo dall’enorme potenza evocativa. È nella suggestione della narrazione teatrale che possiamo realmente comprendere emozioni, pensieri, passioni di una ragazza che nell’innocenza dei suoi 16 anni si trova trascinata nel cuore dell’inferno.

La deportazione, i carri bestiame, la vita all’interno del campo, le selezioni, la marcia della morte, la sofferenza, la disperazione fino al giorno della liberazione: molteplici linguaggi creativi, resi più potenti da una colonna sonora originale, si uniscono insieme per consegnare al pubblico una indimenticabile storia di resistenza e coraggio.

Una Produzione Violet Moon. Scritto da Emanuele Turelli, regia di Marco Zuin con Marco Cortesi e Mara Moschini.

Edith Eva Eger
Tra i più grandi testimoni della Shoa

La Dottoressa Edith Eva Eger sopravvisse all'orrore di Auschwitz ed è la sua indimenticabile storia di coraggio e determinazione ad avere ispirato il lungometraggio.

La Dott.ssa Eger è tra le più note testimoni della Shoa a livello mondiale. I suoi libri (best seller internazionali) rappresentano testimonianze profonde e potenti sul tema della memoria.  Il suo lavoro è per tutti noi un modello ed un esempio da seguire.

(Dott.ssa Edith Eva Eger su Wikipedia)

"Pensò alle sue scarpette da danza…
 Pensò a Strauss e al suo Bel Danubio Blu… 
E pensò che dopo tutto quell’inferno c’era ancora qualcosa per la quale valesse vivere…"

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In collaborazione con Ass. Moka / MC-Teatro Civile

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